Depurazione e rinnovamento

Depurazione e rinnovamento

Finalmente abbracciamo la stagione che emana tanta luce, insostituibile attivatore di trasformazione e depurazione ma… che si fa? Come pensiamo di prepararci mentalmente e creare nuovi spazi per un vero e sano rinnovamento? Servono ricette magiche, come siamo soliti sentire nelle immense palestre che propinano ricette e allenamenti da marines o vedere negli spazi pubblicitari che ammorbano la nostra mente mentre siamo comodamente distesi sul divano di casa? Assolutamente NO! Occorre pazienza, calma, un percorso semplice di tre settimane e affidarsi alle “ripetizioni” che portano alle abitudini che radicano in noi dolcemente il seme del cambiamento.

Si tratta di un percorso semplice che vi aiuterà a sopportare stanchezza, nervosismi, sonnolenze, attacchi di fame improvvisi, alleviare piccoli disturbi e malesseri, potenziare la resistenza fisica e mentale e ad eliminare quei due 2 o 3 kg. in più che ricompaiono puntualmente dopo ogni dieta.

Iniziamo ad organizzare i pasti in tre momenti precisi della nostra giornata per favorire l’equilibrio del metabolismo e utilizzare al meglio l’energia del cibo, migliorare la distribuzione del grasso in tutto il corpo. Mai saltare un pasto durante la giornata per non cadere nella trappola dei buchi improvvisi allo stomaco e la conseguente copertura con prodotti dolciari che boicottano il percorso appena iniziato.

Consiglio di iniziare la giornata con un bicchiere di acqua tiepida e limone per alcalinizzare il corpo e, dopo qualche ora, consumare frutta acquosa o succhi green, questo perché dalle 4 del mattino fino alle 12 è in atto la fase di pulizia dalle scorie e le tossine accumulate durante il giorno dal nostro organismo.

A pranzo assumiamo un’insalata mista o ancora un succo o frutta fresca di stagione per preparare al meglio la digestione e avere un senso di sazietà che ci permette di proseguire nei pasti successivi senza eccedere, continuare con un piatto di cereali (miglio o quinoa o amaranto) o di pasta integrale, conditi con un cucchiaio di olio evo.

Per merenda un delizioso frullato con frutta mista di stagione.

La cena avrà la stessa apertura del pranzo, ossia un piatto di vegetali crudi e olio, poi una porzione di legumi a scelta, io consiglierei le lenticchie per l’ampia presenza di ferro e poi…una parentesi dolce: un budino di riso o una barretta di cioccolato crudista (ogni tanto…).

Vorrei elencare pochi ma preziosi alimenti che aiutano nella depurazione e rigenerazione in atto:

  • Acqua perché favorisce l’eliminazione delle scorie, la sazietà e l’idratazione, ma anche un buon decotto di fiori e foglie di tarassaco al mattino per incrementare il processo depurativo.
  • Verdura e frutta di stagione, come insalate verdi, tarassaco e catalogna che, essendo ricche di clorofilla, promuovono la disintossicazione e la rigenerazione del sangue.
  • Legumi che regolano l’appetito, ricchi di proteine, minerali e fibre. Semi oleosi proteici e antiossidanti, i più adatti della stagione sono sesamo, mandorle e girasoli.
  • Spezie varie come cannella, zenzero, curcuma che rendono più digeribile il cibo.
  • Olio di oliva che regola il metabolismo dei grassi e ha proprietà antinfiammatorie.

Ora però prendiamoci cura di noi e proseguiamo nel percorso depurativo regalandoci dei piccoli spazi durante la giornata, perché il benessere include la parte più sottile e interna del nostro corpo.

Scegliamo di fare attività fisica leggera come fare le scale a piedi, cyclette in casa, meglio se optiamo per una bella camminata nel parco di 30 minuti, ottima per una buona ossigenazione e circolazione del sangue, per beneficiare degli effetti positivi che ci regala il sole. Oggetto di tante inutili discussioni, il sole è fondamentale per la nostra salute, esso infatti, equilibra la nostra parte emotiva, potenzia il sistema immunitario ed endocrino e, grazie alla vitamina D, non permette l’evolversi di malattie ossee, quali il rachitismo e l’osteoporosi.

Il cibo e l’esercizio fisico non bastano per equilibrare un organismo che deve ritrovare il suo benessere, occorre anche una corretta respirazione. Prendere contatto con il proprio respiro richiede pochissimo tempo ma è importantissimo perché si eliminano circa il 75% delle tossine presenti nel corpo, si libera energia vitale, migliora la circolazione linfatica e sanguigna, mette in equilibrio il sistema ghiandolare, libera la mente da pensieri negativi, regola le emozioni e accresce la consapevolezza di se stessi. In particolare la respirazione “diaframmatica” stimola il sistema linfatico che funziona solo se “spinto” dall’atto respiratorio appunto. Il respiro dunque diventa una chiave per il benessere, la salute e la longevità. Un modello tradizionale e anche molto semplice si basa sul rapporto 1:4:2. Si inspira dal naso e si trattiene il respiro massimo per 16 secondi (anche 8 secondi), si procede poi espirando dalla bocca contando 8 secondi. L’ ideale è praticare questo schema 3 volte al giorno per garantirsi una perfetta pulizia del corpo attraverso il rilascio delle scorie mentali.

In un percorso di depurazione non può mancare il riposo, soprattutto nel caos di una vita frenetica e condotta quasi sempre al limite delle proprie e reali possibilità, una vita davvero senza… respiro. Verso sera, prima di andare a dormire (massimo le 23.00), bisognerebbe dedicare alcune ore ad attività rilassanti, come leggere o ascoltare musica dolce, respingendo con forza l’uso del cellulare o televisione o computer.

Con questo schema depurativo l’organismo in pochissime settimane riuscirà, senza troppe rinunce, a raggiunger un equilibrio ed a riallinearsi con le leggi che regolano l’universo, in totale armonia con se stessi, con il mondo degli affetti e delle relazioni professionali.

Come mangiare vegetale

Come mangiare vegetale

Quando mi chiedono di voler sperimentare un modo diverso di mangiare, come adottare un nuovo modo di mangiare a base di frutta e verdura, io rispondo sempre allo stesso modo:” Per gradi.” Infatti il metodo graduale è sempre quello valido ed indolore perché poco alla volta, selezionando i cibi giusti da quelli da evitare, automatizzeremo serenamente un nuovo modo di mangiare, sano ed etico. Certo all’inizio ci sarà una non facile fase di adattamento, soprattutto per chi è fortemente legato a carni, salumi e latticini ma, con qualche suggerimento iniziale e un valido supporto in questo percorso di trasformazione, si può sperimentare un nuovo modo di mangiar, soprattutto di nutrirsi e di vedere tanti colori allegri sulla tavola, con buona pace del gusto.

Consiglio nr.1

Adotta le ricette che già conosci. Ad esempio il ragù può essere fatto con il tritato di soia, al posto della carne. Nella zuppa di fagioli si può fare a meno della pancetta, così magari verrà esaltato meglio il sapore dei legumi.

Consiglio nr.2

Per chi come me vive in Puglia, può attingere a diversi tipi di verdure e frutta e garantirsi quindi di un’alternanza di varietà e sapori sulla tavola che scongiurano una qualsiasi carenza di vitamine e minerali.

Consiglio nr.3

In Italia abbiamo l’idea del pranzo composto da un primo, secondo e contorno. Proviamo un piatto unico con cereali o legumi accompagnati da verdurine di campagna, sazia e porta via poco tempo nella preparazione.

Consiglio nr.4

La mattina invece della solita colazione indigna-stomaco con caffè e biscottino, prova il latte di soia o riso o cocco con qualche fettina di pancake e una leggera spalmata di marmellata fatta in casa, anche comprata al super, senza zuccheri aggiunti.

Consiglio nr.5

Organizza la spesa e riponi tutto in dispensa e frigo, così saprai sempre cosa cucinare e mangiare, senza cedere alla crisi della bistecca con insalata.

Consiglio nr.6

Leggi sempre le etichette sui prodotti alimentari perché, volendo sperimentare una dieta “verde”, potrebbero comparire alcuni ingredienti “animali” anche nei cibi vegetariani, sotto forma di gelatine, conservanti e coloranti.

Consiglio nr.7

Può succedere che in fase di sperimentazione vegetale, soprattutto nei primi giorni, si possa avere qualche cedimento e cadere su un latticino (mozzarellina) o petto di pollo. Niente drammi, ricomincia con un sorriso, ti stai regalando tanta salute e energia.

Potresti nutrire qualche dubbio sulla validità di un regime vegetariano, se sia adatta a tutti, bambini, adulti, anziani, la risposta è assolutamente positiva, cioè adatta a tutti, se ben bilanciata e completa, sempre seguendo il parere di un medico in presenza di qualche malattia o patologia importante.

Un’alimentazione sana e a base di vegetali in età infantile è fortemente sostenuta da varie ricerche scientifiche perché diminuirebbe problemi di sovrappeso e il rischio di malattie, oltre indirizzare il gusto verso cibi meno “trasformati” e senza dubbio più adatti per un corretto percorso di crescita.

Via libera dunque a cereali che forniscono i carboidrati, legumi e frutta secca considerati fonti speciali di proteine vegetali, verdura cruda cotta e centrifugata, frutta di stagione a pezzi o centrifugata e frullata, grassi come olio di oliva o semi di lino.

Con un’alimentazione “verde” si ottiene un vero e proprio rimodellamento del corpo, infatti si riducono cuscinetti e gonfiori diffusi, ci si asciuga grazie all’eliminazione dei liquidi stagnanti, si attaccano i grassi presenti nel corpo con una riduzione di pancia, glutei e fianchi.

E… se ti viene improvvisa la voglia del dolce? Ti consiglio una coppetta di crema alla vaniglia e fragole. Per una sola persona, verso in un recipiente 150 gr. di yogurt di soia, mezzo cucchiai. o di riso soffiato e mezzo cucchiaio di zucchero di canna integrale, amalgamo bene il composto e aggiungo mezzo cucchiaino di vaniglia in polvere e amalgamo nuovamente. Verso lo yogurt in una coppetta e decoro con 50 gr. di fragole frullate e 50 gr. di fettine di fragole. La voglia del dolce è così soddisfatta.

Scegliere di mangiare “verde”, anche per un periodo breve, comunque cambierà in modo positivo il nostro rapporto con il cibo, saremo più orientati a scelte più consapevoli perché presteremo più attenzione a ciò che mangiamo, alla provenienza e alle ripercussioni del cibo sul nostro organismo, in termini di salute, bellezza e vitalità.

Oltre ai motivi di salute, un’alimentazione vegetale contribuisce anche al rispetto dell’ambiente, in quanto gli allevamenti intensivi, veri lagher in cui gli animali vengono maltrattati per tutto il breve periodo della loro vita e poi uccisi spesso crudelmente, risultano tra le maggiori cause di inquinamento e provocano un dispendio esoso di risorse. Se si destinassero i terreni agricoli alla coltivazione di cereali e legumi per le popolazioni, anziché solo cereali e vegetali destinati agli allevamenti, ci sarebbe cibo per tutti e risparmio di acqua ed energia.

Qualunque sia la motivazione che spinge ad un cambio di rotta in campo di alimentazione, l’importante è che la decisione sia vissuta con positività e non come sacrificio e rinuncia o imposizione da parte di un professionista del settore, solo in questo modo si potranno ottenere benefici e vantaggi evidenti nella nostra vita di tutti i giorni, privata e sociale.

Ogni persona va verso il proprio benessere

Ogni persona va verso il proprio benessere

Abbiamo sempre pensato che per ristabilire una situazione di benessere, dopo un disturbo passeggero o malattia vera e propria, il rimedio unico fosse la soluzione giusta, senza considerare la propria individualità, il carattere, i desideri e le aspirazioni che rendono la persona unica. Abbiamo mai riflettuto sul fatto che ognuno di noi ha un suo fiore, un alimento, uno stile tutto personale, una propria postura e che allontanandosene comincia a stare male e ad avere dei conflitti?

Tante e troppe volte abbiamo cercato di essere diversi da quelli che siamo, di essere migliori, più bravi, dimenticando la nostra vera natura, la nostra identità profonda e apriamo le porte alla “crisi” attraverso un trauma muscolare, una sciatica, un mal di testa persistente, un sovrappeso per disordini alimentari.

La crisi dunque apre i conflitti, interrompe le abitudini e solo se siamo disposti ad accettarla, a non opporci a sintomi come il disagio e il malessere ma ad accogliere i problemi, impariamo un nuovo di stare “in campo”. Anche Jung affermava che i problemi che ci arrivano non si risolvono ma si superano.

Racconto un piccolo episodio successo qualche tempo fa. Lavoravo in azienda, esercitavo un lavoro soddisfacente anche se non mi realizzava pienamente, quando un giorno arrivò l’ennesimo funzionario, responsabile delle risorse umane, che rese dopo poco tempo la mia vita un inferno configurando una vera e propria situazione da mobbing. Potete immaginare le mie giornate, tra impegni, minacce verbali e sottintese, paure e persecuzioni studiate a tavolino, mi sentivo intrappolata in una palude energetica dalla quale non riuscivo a venirne fuori. Pian piano cominciai a perdere il mio equilibrio e a costruirmi la mia prigione fatta di solitudine e di disprezzo fino a sottomettere il mio corpo alle rigide regole della mia mente.

Cominciai gradatamente a non mangiare perché non potendo controllare più la mia situazione professionale, volevo almeno raggiungere il controllo del mio corpo attraverso l’astinenza da cibo e acqua. Ogni giorno gestivo pensieri di insicurezza, subivo il disagio di non sentirmi mai all’altezza di qualcosa o di qualcuno, vivevo nel timore del giudizio e ogni confronto con chiunque era già perso in partenza da parte mia.

Avevo direzionato tutta la mia rabbia e impotenza sul mio corpo, negandogli ogni forma di sopravvivenza e sottraendo il nutrimento necessario fino a quando, inaspettatamente, mi arrivò l’attacco di panico per la prima volta e vidi dileguarsi tutto il mio potere di controllo.

Il mio disordine alimentare ricollegabile ad un bisogno affettivo che partiva dall’infanzia, amplificato nell’adolescenza e fuoriuscito minacciosamente nell’episodio dell’attacco di panico, semplicemente rivelava il mio bisogno di chiedere aiuto, di reclamare un po’ di dolcezza mista a comprensione, in un contesto sociale e familiare in cui le relazioni spesso sono nutrite dal confronto e dal giudizio, dal silenzio assordante che esprime paura, riservatezza, vergogna, compiacenza, distacco e isolamento.

Mi piace ricordare un’intervista del grande Gaber il quale invitava a riflettere sull’individuo che è intento ad esibire più l’atteggiamento libertario che a contrastare uno sviluppo insensato, una violenza gratuita, piuttosto incline all’accettazione di una vita mediocre senza l’ombra di un desiderio, di uno slancio, un qualcosa che possa esprimere il “rifiuto”, un’indignazione, un dolore che dilania le relazioni, vero nutrimento basilare della nostra vita.

Ad un certo punto mi si accese la classica luce nella testa: dovevo imparare ad amarmi. Le paure improvvise, il cuore galoppante, il fiato corto, il mondo che mi girava intorno prima di mollare le mie ultime resistenze, dovevano confluire in posizioni alternative a situazioni di pieno controllo del mio corpo attraverso la negazione del cibo.

Era dunque giunto il momento di “leggere” il messaggio che mi inviava il corpo, decodificare il mio conflitto con il cibo, l’attacco di panico e accettare che era arrivato il giorno del cambiamento, un giorno che dovevo assolutamente accogliere per ritrovare me stessa e ricongiungermi con quella che ero e sono realmente, in un nuovo e vivificante percorso di benessere.

Così, gradualmente, cominciai a fare pace con il mio corpo e, fuori da ogni strumentalizzazione di esso attraverso le forti pressioni ambientali che imponevano una frenetica ricerca del piacere e del successo, mi misi alla ricerca della salute nell’ascolto del messaggio che ogni giorno inviava il corpo.

In ogni momento infatti è importante ascoltare il proprio corpo che ci parla attraverso il linguaggio del dolore e del piacere, della tensione e del rilassamento, del malessere e del benessere e nel contempo dare lo spazio necessario alla formazione del proprio pensiero e della propria personalità, anche se divergenti e in contro tendenza.

Ho riequilibrato le mie emozioni, per non farle diventare patogene, attraverso un percorso di crescita emotiva e di liberazione da vecchi e radicati timori. Mi sono avvalsa della virtù terapeutica dei fiori di Bach, scegliendo il fiore giusto non in base al mio disturbo, ma secondo la mia personalità, corrispondente al “temperamento” del fiore.

Mi sono impegnata per ritrovare il giusto rapporto con il cibo, recuperare una relazione consapevole per esprimere le energie tenute represse e che spesso erano la causa dei disordini alimentari.

Il cibo sostiene il nostro corpo ma offre anche un supporto materiale alla nostra mente e infatti Feuerbach sosteneva che il cibo si trasforma in sangue, il sangue in cuore e cervello e dunque in pensieri e sentimenti.

Mi sono affidata a mani esperte in un ciclo di massaggi per evocare un vissuto affettivo (fatto di relazioni sbagliate e amore negato) e sciogliere finalmente quelle tensioni emotive che bloccavano il corretto flusso energetico, restituendo al corpo quella perfetta integrazione sul piano fisico e mentale in una rinnovata dimensione di benessere.

Non esistono rimedi uguali per tutti, ognuno deve essere guidato per ritrovare o mantenere il proprio benessere, nella modalità più personale possibile, perché ognuno reagisce agli stimoli esterni e agli eventi in maniera diversa.

Un naturopata questo lo sa.